Industry 4.0
Alberto Buzzi, AD Injenia Srl, è stato intervistato da Riccardo Rimondi del Corriere di Bologna per parlare di industria 4.0 e innovazione. Injenia in qualità di azienda che accompagna le imprese nella trasformazione digitale è stata interpellata in seguito alla presentazione del progetto Verso Industria 4.0 di Confindustria Emilia-Romagna. Il piano, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ha l’intento di portare la rivoluzione digitale tra le imprese della regione attraverso l’innovazione e l’implementazione di tecnologie digitali.
Leggi l’intervista sul Corriere di Bologna del 19/01/2017:
Non
solo aziende manifatturiere: il progetto di Confindustria si rivolge
anche alle realtà che, a queste imprese, offrono servizi. Come Injenia,
un’azienda di Corticella che, nonostante il progetto sia stato appena
lanciato e le “classi” debbano essere ancora costituite, ha già chiesto
di partecipare: “Per noi è l’opportunità di lavorare con le aziende e
portarle a raggiungere gli obiettivi che sono previsti dall’industria
4.0”, spiega l’ad Alberto Buzzi.
Dal 2010, Injenia produce sistemi
gestionali suoi. E’ partner premium di Google, di cui utilizza i servizi
applicativi che il colosso di Mountain View sviluppa per le imprese:
“Il punto è riuscire a portare queste tecnologie in azienda – ragiona
Buzzi -. Noi siamo l’anello che congiunge il bisogno dell’impresa con la
tecnologia digitale”. Tra i clienti di Injenia c’è Barilla, per la
quale è stato sviluppato un social network che permette agli operai di
linea e ai manutentori di abbattere i tempi di riparazione dei guasti. I
margini di crescita sembrano ancora ampi: “Abbiamo fatturato quattro
milioni nel 2015, saremo sui sei nel 2016, da quattro anni cresciamo del
40/50% all’anno – calcola Buzzi -. Fino al 2010 avevamo una decina di
dipendenti, oggi siamo circa sessanta tra i 25 e i 40 anni”.
“Speriamo che questa attività crei curiosità nelle imprese del territorio. La nostra partecipazione è legata soprattutto a conoscere le esigenze delle imprese di questo territorio, dove abbiamo molti clienti: avere un’idea di quali sono le vere priorità per il nostro mercato di riferimento è utile, perchè il mondo delle tecnologie che usiamo è vastissimo”.
“Siamo più avanti, ma non abbastanza. Le aziende avrebbero bisogno di fare uno scatto. Questa consapevolezza è diffusa su poche grandi realtà: le grandi aziende sono quelle più avanti, non solo perchè c’è una disponibilità finanziaria, ma anche un livello di conoscenza maggiore. Il problema è più sulle picolle e medie”.
“Io non mi immagino un cambiamento di tecnologia produttiva, ma una possibilità di integrare le attuali tecnologie con nuovi sistemi. In tutti i casi che abbiamo visto finora non abbiamo parlato mai di cambiare procedimenti produttivi. La stampante 3D non è la nostra idea di 4.0: si possono raggiungere risultati altrettanto importanti con molto meno sforzo”.
“L’applicazione pratica: noi abbiamo visto che i risultati migliori li abbiamo quando facciamo progetti pilota che permettono alle imprese di toccare con mano i benefici che avrebbero sviluppandoli su larga scala. Oggi questi progetti si possono fare con costi molto contenuti. E tutte le volte che siamo riusciti a portare avanti con i nostri partner questo approccio abbiamo avuto ottimi risultati, perchè si passava da un business plan a qualcosa che dà un risultato magari piccolo, ma concreto”.
“C’è un nucleo tecnico forte, abbiamo diversi ingegneri informatici altamente qualificati. Non è facile trovare queste figure, abbiamo sempre posizioni aperte e ci appoggiamo molto all’Università: la maggior parte delle persone sono entrate qui come tirocinanti e poi sono rimaste stabilmente. Accanto ai tecnici, però, ci sono professionalità eterogenee come esperti di marketing, ingegneri gestionali, anche laureati in filosofia: l’impianto umanistico aiuta molto a entrare in sintonia con le persone a cui dobbiamo insegnare a utilizzare i nostri sistemi”.
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